"IO, PAGINA RIBELLE" (parte seconda)
06. SECONDA FASE
La seconda fase volta a far parlare prevalentemente il suo volto uguale ‘condom’, comincia nel luglio1998: non prevede alcuna sortita eclatante, ma è caratterizzata da una sorta di presenzialismo critico, che inquina prevalentemente l’ambito informativo (un’audience sicura, un campione rappresentativo di pubblico) scegliendo e selezionando le notizie, viaggiando se necessario (da Marsiglia ad Aviano).
Umberto Broccoli, in una puntata di ‘Telesogni’ (Raitre) del gennaio 1999 definisce eidolon platonico’ Paolini, quando l’attenta giornalista Maria Rosaria dei Medici sottolinea questo nuovo corso. Paolini, da qui in avanti è un elemento del contesto, della scenografia dei collegamenti in diretta. La sua è una presenza quotidiana, saltando da un telegiornale all’altro può capitare di incontrarlo più volte. Firma le dirette dei tg come Hichcock firmava (inquinandoli) tutti i suoi films. Oggi , un’esterna da Palazzo Chigi non è credibile senza la presenza del profeta del condom, come rileva Ippoliti.
Ora possiede un curriculum ricco, viene cercato dalla Televisione, che lo chiama in causa per ‘andare a fondo’, per saperne e farne sapere di più.
Dal gennaio 1999 varie trasmissioni si occuperanno di lui, coinvolgendolo in prima persona: ‘Sfide (Raitre), ‘Su e giù’(Raiuno), ‘Fuego’ (Italiauno). E di recente, ‘Il tappeto volante’ (Tmc) e ‘Kitchen’ (Mtv Italia).
Gli sarà dedicata una sorta di ‘scheda’ dal Tg5; e ‘Striscia la notizia’ ne mostra le gesta in un fuori onda in cui l’inviato del Tg4 Antonello Capurso (terrorizzato dalle possibili reazioni del direttore a un’eventuale incursione di Paolini) predispone una macchinosa strategia di difesa, destinata a fallire inesorabilmente: <....Benissimo così non mi si mette dietro. Capito. Perchè lui mi fotte. Così invece lo fotto io. Ma no, va bene, va bene, per me va bene anche più avanti!.... E così io mi metto di qua e lui dove sta? In mezzo alla strada?....>
Anche la stampa non si limita più a riportare le cronache delle ordinarie distribuzioni di preservativi alle più disparate personalità, ma cerca sempre più spesso l’approfondimento: la rivista del cinema-televisione-immagini Duel racconta il personaggio in un articolo intitolato ‘Le recambolesche avventure del profeta del condom (09.98); Vauro auto-inquina le vignette della rivista satirica ‘Extra large’, apponendovi a margine il volto di Paolini (06.99); ‘Sette’, il settimanale del Corriere della sera gli dedica uno spazio nella rubrica ‘Protagonisti – fatti e persone’ (09.00) e lo stesso fa il mensile ‘GQ’ (11.99). E ancora ‘Il Giornale’ presenta una lunga intervista a tutta pagina (07,99) e ‘La Repubblica’ segnala l’intervento di ernia ombelicale subito d’urgenza a Torino dal profeta del condom (09.99).
E poi ci sono i critici: Gualtiero Peirce e Aldo Grasso citano spesso Paolini; in particolare non è stato gradito l’inquinamento portato avanti durante le dirette in occasione del crollo di una palazzina a Roma che aveva causato 28 morti. L’accusa di sciacallaggio a lui rivolta non era da estendere, forse, alla televisione stessa, invasiva voyeurista onnipresente a-morale?
Nel secondo periodo Paolini raccoglie quanto seminato, ma deve fare i conti con la gestione della propria immagine. Ogni dichiarazione oggi ha un peso maggiore rispetto a ieri.
Diventa addirittura icona da emulare: un vido-clip di Elio e le Storie Tese propone con l’ausilio del computer una serie di inquinamenti da parte dei musicisti alle situazioni più disparate; il comico-regista Ceccherini l’ha scritturato per interpretare se stesso, per il suo ultimo capolavoro ‘Faccia di Picasso’ (03.00).
Oggi si parla anche di ‘Paolinismo’; recentemente Striscia la Notizia ha mostrato l’inquinamento di un doppio-Paolini, Mauro Fortini, (18.09.60) (Paolini-paolinato da un adepto) capace di causare un attacco di distonia verbale alla cronista, e un momento di caos registico al limite della sperimentazione.
Anche la sfida a superare se stesso contraddistingue la fase più recente:
<.... Il 2 e 3 aprile 1999, base militare di Aviano. Ho stupito molti telespettatori apparendo solo visivamente in 9 collegamenti tra telegiornali Rai (4) e Mediaset (5), per un totale di 57,5 milioni di pubblico italiano....Nell’arco di quattro ore, 126 milioni. Dalle 22.00 del 18 aprile 1999 alle 2.00 del 19 delle stesso mese, sono riuscito ad apparire, solo visivamente in 27 collegamenti tra telegiornali Rai (7) e Mediaset (20).... 13 giugno 1999, tre ore e mezzo di fiamme e fuoco. Infatti dalle 23 del 13 giugno 1999 alle 2,30 del 14 dello stesso mese, ho portato avanti il mio inquinamento solo visivo in ben 35 collegamenti tra telegiornali Rai (8) e Mediaset (20) per un totale di 150 di pubblico italiano.... Tra il 26 e il 27 luglio 1999, mia dote di ubiquità. Ho ricevuto alcune telefonate da alcuni operatori di media, incuriositi dalla ‘mia dote di ubiquità’.. Infatti sono riuscito a portare avanti il mio inquinamento visivo all’interno di due servizi distinti (realizzati in due punti diversi della città di Roma) di 6 telegiornali (5 Rai e 1 Mediaset – per un totale di 47 milioni di telespettatori italiani)... Dalle 12 dell’11 ottobre 1999 alle 14 del 13 dello stesso mese, Vasil Mitrokhin. Sono riuscito a inquinare solo visivamente, 30 edizioni del tg (16 Rai- 14 Mediaset – per un totale di 186 milioni di telespettatori italiani) in collegamento in diretta da Piazza Colonna, Piazza San Maculo e Piazza Sant’Ignazio a Roma....>
07.LA FIGURA E LO SFONDO
La pura presenza dietro all’inviato del telegiornale, suggerisce una riflessione sul tema del rapporto figura-sfondo.
Paolini compare come elemento dello sfondo, in occasione di uno stacco di immagine, ovvero quando dallo studio viene chiamato l’inviato. Quindi all’improvviso come parte integrante di un’immagine. ‘Una testa di carciofo’- è questa una delle tante azzeccate definizioni coniate dallo stesso Paolini – spunta dietro alle spalle del cronista, e quando la telecamera prova a tagliarlo inventandosi improbabili movimenti e zoomate (capita spesso e sempre più di frequente) si sposta a destra e a sinistra inseguendo l’inquadratura, aiutandosi con un minuscolo televisore portatile che utilizza come spia: <.... C’è il cameraman che cerca di togliere la capoccia che spunta come un carciofo.... e viene ancor più sottolineata la mia presenza, si nota di più> dice Paolini.
L’espressione del volto è tra l’inquietante e il beffardo, e la m1imica facciale è a volte assente nell’intento unico di guardare fisso nella telecamera, altre carica di un’espressività surreale che anuisce e commenta le notizie che vengono riferite.
Si viene a creare un conflitto percettivo tra la figura e lo sfondo che tende a spostare l’attenzione su quest’ultimo. Emilio Fede, pur di censurare la presenza, ha anche ordinato al cameraman di alzare l’inquadratura sui piani alti di Montecitorio, offrendoci una versione ‘radiofonica’ del collegamento.
<....E’ possibile ottenere una rappresentazione di figure riconoscibili senza uno sfondo? Basandomi sui molti anni che ho dedicato ad addestrarmi nel comporre linee di demarcazione per motivi di uguale valenza, pensavo di rispondere affermativamente, fino a quando ho avuto uno scambio di idee con l’oftalmologo J.W.Wagenaar, che può giudicare meglio di me dai punti di vista sia scientifico, sia filosofico. Da una lettera cito questo passo:....Secondo me non è corretto che lei faccia rappresentazioni senza sfondo. In queste composizioni lo sfondo e la figura sono costrette a cambiare ruolo alternativamente. Vi è tra loro una competizione continua, e non è più possibile continuare a guardare un elemento come figura. E’ inevitabile che gli elementi che hanno funzione di sfondo si presentino ciclicamente come figure....>
M.C. ESCHER,ESPLORANDO L’INFINITO, GARZANTI,1991.
08. ALDO GRASSO
<....In una tg che ha sdoganato tutti, l’interdizione vale solo per lui. Se Haider bussasse alla tv italiana nessuno gli direbbe mai no. Possibile che tutti coloro che vivono e si nutrono di casi umani – i Giletti, i Costanzo, i Biscardi, i Limiti, le De Filippi – non trovano un momento da dedicare al caso Paolini?
L’etica insegna che l’angelo ribelle viene cacciato dal regno dei cieli. Ma la politica, al contrario, insegna che con l’angelo ribelle ci si siede al tavolo della concertazione e si discute. Visto che la tv non conosce etica, perchè questa strana, pervicace haiderazzazione di Paolini? >
A.GRASSO, PER FAVORE, QUALCUNO INVITI IN TV PAOLINI, IN SETTE- CORRIERE DELLA SERA,03.00.
L’articolo da cui è tratto questo brano ha scatenato numerose reazioni. per cominciare, e non è poco, due noti salotti della nostra televisione hanno raccolto il suggerimento di Aldo Grasso: ‘Il tappeto volante di Luciano Rispoli (Tmc) lo ha invitato alla puntata del 28 marzo 2000, e lo stesso ha fatto ‘Kichen’, l’informale salotto-cucina di Andrea Pezzi (Mtv Italia).
Paolini approfitta dell’occasione per offrire dichiarazioni sul personaggio e definire un’altra volta il suo ruolo. E la parodia di se stesso messa in scena a Kitchen (e culminata - nel finale – con una straordinaria e imprevista interpretazione di ‘nonnetta’ alla maniera di Alberto Sordi) è forse un modo per sdrammatizzare e evidenziare il lato ironico della sua operazione. Afferma e ribadisce che non accetterebbe mai un contratto con la televisione, tantomeno una sponsorizzazione da parte di una ditta di preservativi
Cambiare ruolo significherebbe vendersi: si può arrivare anche al merchandsing sul personaggio, ma questo deve rimanere legato ad un preciso messaggio.
Paolini ha nell’autonomia d’azione il carattere fondante del personaggio e per questo lo vuola conservare.
<.... La seconda fase durerà fino a quando avrò energia per portare avanti la mia causa pro-condom (mi auguro almeno per altri cent’anni)....>
Intende allargare il suo campo d’azione alla conquista dello spazio satellitare: si vedano le sortite in Mondovisione (02.05.99), sulla CNN (23.10.99), e il lungo articolo che l’Herald Tribune gli ha dedicato (04.05.00).
09.L’IDENTITA’ MEDIALE E IL PERSONAGGIO
Imporre prima di tutto un’identità televisiva, diventare un personaggio, e come tale entrare a far parte del sistema mediatico. Abbiamo visto come, nella prima fase venga imposta l’identità mediale di Paolini, mentre nella seconda la stessa venga confermata e gestita.
Il Maurizio Costanzo Show per anni è stato la fucina di nuovi personaggi televisivi, basti pensare al caso di Sonia Cassiani che, proponendo l’immagine dela studentessa colta e fastidiosamente saccente, intellettualmente emancipata da dichiarare senza inibizione alcuna la propria verginità (più avanti aggiornerà il suo pubblico sulla perdita della stessa), non si sottrae da polemiche sui temi più disparati – anzi addirittura ne provoca lei stessa; ma soprattutto è significatico il caso di Vittorio Sgarbi, che al suo esordio da semi-sconosciuto nel ‘salotto d’Italia’, non si limita a proporre una figura – l’intellettuale logorroico sciupafemmine che si nutre di polemica – va ben oltre producendosi in una sequenza di violenti insulti contro l’indifesa poetessa ospite della trasmissione. Supera la soglia del lecito televisivo e fa parlare di sè. Il fatto viene riportato dalla stampa e Sgarbi diventa subito un personaggio. Continuerà a reiterare i suoi raptus riversandoli un po’ in tutti i contesti.
La rapidità con cui si impone un’identità televisiva è direttamente proporzionale alla imprevedibile spettacolarità messa in scena. La trash-tv rappresenta spesso una facile degenerazione di questo fenomeno in una sua ricerca parossistica –L’istruttoria, Sgarbi,Il processo di Biscardi, C’eravamo Tanto Amati, la nuova forma di comunicazione politica.
Paolini è oltre la trash-tv. Attira l’attenzione su di sè compiendo una serie di gesti eclatanti, facendo notizia, seguendo una precisa pianificazione di ogni mossa ed obiettivo, anche rispetto alla distribuzione e frequenza spazio-temporale. Sarebbe vana un’irruzione costata botte e denunce se non fosse messa a frutto tramite una ben calcolata reiterazione, e gestita come un patrimonio (non a caso Paolini gestisce tramite il gioco della Borsa il suo patrimonio finanziario: osa, pianifica, prevede, rischia).
Paolini occupa abusivamente lo spazio televisivo, e ha stabilito un rapporto confidenziale con la telecamera. Il fatto di auto-proporsi, ovvero di non possedere un padrino di riferimento, lo distingue da qualsiasi altro personaggio.
E la costruzione dell’identità mediale necessita di cure quotidiane. I molteplici aspetti che compongono il personaggio sono sottoposti a verifica continua, ogni dettaglio è ben definito.
L’aria stralunata, lo sguardo inquietante fisso nella telecamera, i capelli sempre più ostinatamente lunghi e voluminosi, gli occhiali da secchione, l’abbigliamento elegante.
Anche i modi sono stilizzati: sempre educato anche quando l’irruzione è eclatante e decisamente fuori-luogo, si rivolge a qualsiasi personalità e addetto ai lavori alla pari, ma sempre con distanza e rispetto; la sua favella, precisa e logorroica, è scandita dalla pronuncia della erre. La dizione è neutra, come deve essere una buona dizione televisiva. Oltremodo galante con le signore, è una sorta di vitellone di fine (inizio) millennio: dotato di telefono cellulare – per le pubbliche relazioni – e di televisione portatile – utile supporto durante le incursioni in diretta - frequenta la porno-mondanità e investe in titoli azionari.
Possiede un’attitudine naturale alla polemica (anche forzata), e dice che l’unico sport che pratica è il querelante. ‘Bocce, biliardo e querelante’. Ad esempio, la denuncia a Magalli per via degli appellativi che gli rivolse in occasione dell’episodio del cammello; lo scoop del Festival di Sanremo truccato: in quella cirecostanza offrì a Ricci la prova-video; la denuncia al sindaco di Rimini, in occasione della violenza sessuale subita quando ‘faceva prevenzione’ sulla spiaggia, per non aver garantito sufficiente sicurezza (!); e la sua recentissima querela ad Aldo Grasso per aver scritto che’Paolini è il personaggio più odiato della televisione e non ‘dalla’.
Le iniziative pro-condom condotte sul territorio sono funzionali alla creazione di un background: un’accumulazione di fatti che oltre a ottenere il riscontro della stampa, alimentano la leggenda mediapolitana, rendono il fenomeno multiforme.
E per la strada, molti lo fermano, lo salutano, chiedono l’autografo o la fotografia, lui è disponibile con tutti. Se qualcuno lo insulta procede a testa alta. Ha subito anche varie aggressioni, e questo potrebbe costituire un possibile spunto, per un riflessione socio-antropologica sui meccanismi della violenza nella nostra società: cosa vuol colpire in realtà chi aggredisce Paolini?
‘Il Profeta del condom’ sta a Gabriele Paolini come la Bibbia sta alla religione cristiana. E come la Bibbia presenta carattere di inconfutabilità – il ruolo del testo scritto – e al tempo stesso di massima interpretabilità.
‘Ho gran fede nella libertà e nella singola persona’ è la massima riportata nella scheda che chiude il testo.
Motti, slogan e dichiarazioni ad effetto giocano un ruolo importantissimo nella costituzione del personaggio.
‘Il male del mondo è il caos’, proclama sibillino mentre viene allontanato dal foyer della Scala in occasione della ‘prima’ del 7 dicembre 1997.
‘Si al preservativo si alla vita’, urla durante la cerimonia di Ostensione dela Sindone a Torino il 18 aprile1998.
‘E’ gioia incontenibile credere in Dio’ esplode al momento della conversione alla fede (27 maggio1999)
Alcuni slogan sono composti ad hoc per le particolari occasioni:
‘La befana porta anche i preservativi!’ si propone a Magalli con una simpatica battura e un sorrriso.
‘La Ferrari corre verso la vittoria, tu vinci con la prevenzione’ era scritto sui biglietti abbinati ai diecimila profilattici distribuiti in due ore tra gli spettatori del Gran Premio di Formula 1 ad Imola, del 26 aprile 1998: parodia, oppure adesione totale agli standards del linguaggio pubblicitario?
E anche le numerose definizioni sono parte fondante nella ricostruzione della sfaccettata identità di Gabriele Paolini e servono a dare peso al personaggio.
‘Guerrigliero Pro Condom / Profeta del Codom / Partigiano del Condom / Imbucato speciale / Kamikaze del sesso protetto’
E’ un esibizionista e non lo nega: <....Io esibizionista? Certo, come tutti gli altri che vanno in tv tutti i giorni.> (intervista concessa al mensile Duel nel settmbre 1998).
10. TEMA DEL DOPPIO
Paolini dissemina il campo di indizi, piccoli dettagli e sfumature sulla propria identità. Questi sono funzionali alla costruzione di un personaggio che richiama un referente vero, effettivamente esistente. Perchè Paolini è troppo televisivo, come Calimero o il Gabibbo.
Se da una parte porta un contenuto – una grande battaglia umanitaria sul tema specifico – dall’altra è l’immagine allo stato puro oppure la gag puramente ottica. Acusticamente estetico, e ancora televisivo, è il suo modo di esprimersi con la parola parlata. E’ un personaggio fortemente cinematografico.
Importanti contraddizioni sono espresse dalla relazione Paolini / Istituzione televisiva. Se Paolini è un’interferenza nel regolare svolgimento delle trasmissioni, inquinamento e presenza abusiva, è anche vero che il suo personaggio si è costituito con l’aiuto dela Televisione stessa che lo ha subito identificato, invitato, intervistato.
La Televisione lo scaccia in male modo oppure predispone tattiche di difesa e contrasto per combatterne la presenza., E’ il caso delle già citate contromisure di Capurso.
Ma allo stesso tempo gli dedica spazio. La sua presenza viene sottolineata spesso – perchè fa colore - , e capita che sia oggetto di attenzione.. E qui si viene a creare una vertigine: lo spazio televisivo, come è noto, ha un valore economico riferito alle fasce orarie e al pubblico che è in grado di attrarre. Allora questa stessa TV che lo denuncia per ‘interruzione di pubblico servizio’ o, come è successo di recente (aprile 2000) per ‘ammiccamento eccessivo lesivo per l’immagine della Rai’, e che stringe il primo piano dell’inviato tanto da ottenere immagini da underground-movie pur di escludere Paolini dall’inquadratura, sfrutta essa stessa il personaggio e le sue gags. In questo senso. sfiora il paradosso il caso del Tg5 che gli dedica un ampio servizio, quando Enrico Mentana è quotidianamente uno dei suoi più accesi avversari. Sarebbe interessante fare qualche semplice calcolo per stabilitre quanto Rai, Mediaset, Tmc e Mtv Italia abbiano fin qui ricavato in termini di introiti pubblicitari grazie ai minuti dedicati al disturbatore (ho ricordato le numerose trasmissioni che hanno parlato delle sue avventure anche coinvolgendolo in qualità di ospite) e alla riappropriazione di spazi in precedenza occupati in modo ‘illecito’ (le immagini di repertorio delle più celebri gags).
11. IL PROFETA DEL CONDOM
L’urto con il potere ecclesiastico è all’origine della storia di Paolini. Ho ricordato le provocazioni condotte in Vaticano, ma anche le irruzioni in occasione dll’Ostensione dela Sindone o della Via Crucis del Papa ne rappresentano degli esempi.
Spesso ha adottato toni forti, come durante una riuscita incursione a ‘Forum’ in cui prese la parola e anzichè esprimere la sua opinione sulla contesa del giorno, dissertò sulla chiesa e i preservativi: <....La Chiesa nega l’utilizzo di questo oggetto importantissimo.... scusate l’interruzione ma è PER LA VITA!>.
Ha imbarazzato il conduttore di ‘Racconti di vita’ quando ha raccontato in diretta, come fatto storico, della domanda che rivolse a Giovanni Paolo II: . Il Pontefica rispose: ‘Anche io sono stato giovane!>
Nemmeno la satira più dissacratrice si era mai spinta fino a questi livelli, nei riguardi di colui che forse è l’unico vero intoccabile. (Andrea Pezzi definisce ‘straordinaria’ la domanda).
Così come storica l’offerta del profilattico a Madre Teresa di Calcutta (documentata da una fotografia): e la risposta della Missionaria. .
Il suo è un messaggio pro-vita, e mira (in modo costruttivo) alla contraddizione insita nella proibizione della Chiesa . Afferma infatti di aver preso le mosse da un’attenta lettura della Bibbia.
Nell’estate 97, in accordo col Parroco del piccolo paese dove Paolini trascorre le vacanze, al termine della messa tiene un discorso in cui argomenta sulla prevenzione, scatenando un caso. In questa circostanza nasce la definizione di Profeta del Condom.
Come Gesù Cristo è scomodo per l’istituzione, osteggiato dal potere, talvolta allontanato come un insetto,spesso in modo violento.
Nell’approccio quella di Paolini è più una disciplina (se non una vocazione), che una professione. Costanza e pervicacia ne sono caratteristiche. Le aggressioni subite, riportate in quest’ottica, asumono la valenza del martirio. Il rapporto con la propria fisicità è ascetico nel concedersi al sacrificio, ma anche edonista: estemo nell’accettazione del dolore come nella ricerca del piacere.
La sua è porno-religiosità. A Sanremo 98 offre condom vestito da frate accompagnato da pornodive (spiritoso-spirituale). E’ in compagnia di un prete (oltre che di tre amici , un bi-, un omo- e un etero sessuale) quando manifesta in giro per Roma indossando due grossi cartelloni sui quali era scritto: ‘Sono bieteromosessuale, la sessualità va vissuta, non dichiarata’ (09.99).
Del maggio 99 è la conversione. A seguito di un profondo sogno in cui gli è apparso Padre Pio – il santo dei media – per Paolini ha inizio una internsa riflessione che, dopo 22 giorni, sfocerà nel credo: < E’ gioia incontenibile credere in Dio!>
Nei mesi che precedono l’inizio dell’Anno santo, alla collana di 12 condom che indossa sempre dal settembre 97 (fatta eccezione per quando è in onda), si affianca un vistoso crocifisso in legno in un accostamento che ricorda il soldato Joker di Full Metal Jackt, che indossava il simbolo della pace sulla mimertica, mentre sull’elmo recava la scritta ‘born to kill’, facendo esplicito riferimento alla duplicità dell’essere umano nella teoria junghiana.
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